Tari più alta a chi ospita i profughi: "Proposta assurda"

Il segretario generale della Cgil Ticino Olona attacca il sindaco di Turbigo Christian Garavaglia.

Tari più alta a chi ospita i profughi: "Proposta assurda"
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Tari più alta a chi accoglie i migranti, la proposta del sindaco di Turbigo Christian Garavaglia fa ancora discutere.

Tari più alta se ospiti i profughi? "Un'assurdità"

"Tutti i giorni sentiamo assurdità sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza, l’ultima è questa proposta del Comune di Turbigo di aumentare la Tari a chi accoglie i profughi negando che anche il numero dei profughi del 2017 è molto più basso rispetto al periodo immediatamente precedente". A parlare così è Jorge Torre, segretario generale della Cgil Ticino Olona, che interviene nel dibattito scaturito dalla modifica del regolamento per il pagamento della tassa rifiuti a Turbigo che va a colpire chi sceglie di accogliere i profughi. "Invece di inventarsi assurdità propagandistiche - prosegue Torre -, perché il Comune non penalizza gli evasori o chi fa lavorare la gente in nero, magari clandestina, magari senza l’applicazione dei contratti nazionali?".

Un confronto sul tema della fiscalità locale

"Chiediamo al sindaco di Turbigo - continua il segretario della Cgil Ticino Olona - perché non apre un confronto con le organizzazioni sindacali confederali sul tema della fiscalità locale e sull’utilizzo intelligente della leva fiscale per determinare sviluppo del territorio e magari posti di lavoro dignitosi e con diritti".

"Non accogliere i profughi favorisce il lavoro nero"

"Ricordiamo che mantenere le persone in clandestinità, non accoglierle, non consentirne la regolarizzazione, favorisce solo quelle aziende e quei datori di lavoro che vogliono avere lavoratori pagati poco e ancora più ricattabili a discapito di chi lavora in regola. Non bastano i contratti precari ed i licenziamenti facili, ora anche lavoratori irregolari, e quindi, per definizione, ancora più ricattabili. Un precario o un lavoratore in regola può rivendicare e, anche se faticosamente, provare a ottenere quanto gli è dovuto. Lo dimostrano le centinaia di lavoratori che ogni anno si rivolgono con importanti risultati alle nostre categorie sindacali ed ai nostri uffici vertenze. Un lavoratore clandestino, se prova a rivendicare o a chiedere anche solo il giusto, viene rispedito al suo paese e quindi le aziende non rischiano nemmeno di dover pagare. E’ proprio questo ulteriore elemento di ricatto che indebolisce il mondo del lavoro e porta alla riduzione dei diritti di chi oggi li ha e prova a difenderli".

"Più lavoratori in regola uguale più soldi nelle casse dello Stato e degli enti locali"

"Come Cgil - conclude Torre - riteniamo che servano nuove leggi per l’accoglienza, per l’integrazione e per un sistema di Diritti universali del lavoro. Più lavoratori in regola portano nelle casse dello stato e degli enti locali più contributi e più tasse per tenere in piedi il sistema pubblico e dei servizi sociali gestiti dai Comuni".

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