Sequestro da 2 milioni di euro

Contestati i reati di frode fiscale e l’appropriazione indebita.

Sequestro da 2 milioni di euro
Pubblicato:

I Finanzieri della Compagnia Paderno Dugnano hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente di beni immobili e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di 2 milioni e 300 mila euro nei confronti di un imprenditore dell’hinterland milanese. L'operazione è stata ribattezzata cash money.

Il sequestro

Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Monza, scaturisci dagli esiti di un’articolata indagine, coordinata e diretta dalla locale Procura della Repubblica, che ha portato al sequestro di 8 unità immobiliari, site nelle province di Milano, Aosta e Pavia, per un valore corrispondente all’illecito profitto di oltre 2 milioni di euro. In particolare, nel corso di una verifica fiscale condotta nei confronti di una società di capitali il focus degli investigatori si è concentrato su un sistema di frode che aveva alla base un di giro fatture false, predisposte dall’imprenditore, avvalendosi dei dati identificativi di oltre quaranta ignari fornitori, per lo più nullatenenti e sconosciuti al fisco. Sotto la lente d’ingrandimento delle Fiamme Gialle padernesi sono finite oltre 40 carte di credito prepagate, che l’amministratore avrebbe intestato in maniera simulata a soggetti prestanome e su cui faceva confluire somme, apparentemente corrisposte ai rispettivi titolari, in pagamento di forniture da costoro rese alla società, mantenendone tuttavia l’esclusiva disponibilità.

Fatture false

Dagli accertamenti effettuati è emerso, infatti, che l’imprenditore ha celato la fuoriuscita delle somme di denaro dalle casse societarie con l’utilizzo di fatture false per un ammontare complessivo di oltre 3,7 milioni di euro, ottenendo in tal modo il duplice illecito vantaggio di crearsi un “fondo nero” per circa 820 mila euro di cui si sarebbe indebitamente appropriato, nonché di sottrarre all’Erario, nel lasso temporale di oltre 5 anni, imposte non versate per circa 1 milione e 500 mila euro. All’amministratore dell’impresa sono stati contestati i reati di frode fiscale, intestazione fittizia di beni, indebito utilizzo di carte di credito e l’appropriazione indebita aggravata di somme in danno della società.

Seguici sui nostri canali