Disfatta Mondiale il Coni rifondi lo sport e chieda più poteri

L'assessore Rizzi: "Il Coni rifondi lo sport, chieda più poteri"

Disfatta Mondiale il Coni rifondi lo sport e chieda più poteri
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Disfatta Mondiale, l'assessore allo Sport Alan Christian Rizzi dice la sua.

«Disfatta Mondiale, il Coni rifondi lo sport»

«L’uscita dal mondiale di Russia 2018 della nostra nazionale di calcio ci mette di fronte a responsabilità che non possono essere considerate individuali, sia di singole persone sia di singole Federazioni, ma di tutto il “Sistema Sport” italiano». Alan Christian Rizzi, assessore allo Sport del Comune di Legnano, entra nel merito dell’accesa discussione che si è scatenata a seguito dell’eliminazione della Nazionale italiana di calcio dai prossimi mondiali. Lo spunto, secondo l’assessore legnanese, è proprio «lo stato di salute dello sport italiano a partire dalle competenze del Coni passando per una burocrazia confusa e per nulla chiara. Bisogna prendere di petto queste situazioni, altrimenti non si verrà mai a capo dei problemi endemici dello sport italiano. E il primo passo lo deve fare la politica. La riforma del Comitato Olimpico è fondamentale. Non è ammissibile che l’ultima riforma dello sport italiano risalga agli anni ’90 quando l’Italia ospitò i Mondiali di calcio. E non è più tollerabile che il Comitato Olimpico sia semplicemente un distributore di fondi alle varie Federazioni».

Nuovi strumenti a partire dagli impianti sportivi

«È inutile che Giovanni Malagò chieda la testa di Carlo Tavecchio - prosegue Rizzi -; il Coni, invece, chieda al Governo nuovi strumenti per rifondare tutto il mondo dello sport partendo dagli impianti sportivi. Oggi il Paese è privo di infrastrutture adeguate. Il ministro Luca Lotti deve prendere consapevolezza di questi aspetti. È inutile insistere sulle responsabilità dei singoli: quello che è accaduto ieri sera non è un evento isolato che colpisce il calcio italiano, ma il risultato di una lunga scia di mancata programmazione, assenza di lungimiranza, inadeguatezza organizzativa, caotica burocrazia che stanno intaccando fin alle radici il nostro sport».

«Le idee ci sono, ma le leggi sono confuse»

«Le idee ci sono, ma non possono essere messe nere su bianco perché ci sono Leggi che non sono chiare, ma confuse. Per fare un esempio, è possibile affidare direttamente agli enti locali, come Legnano, l’organizzazione di Federazioni locali o di Cpo (Centri di preparazione olimpica)? Non si capisce. Altro esempio: prendiamo in considerazione gli stadi. Quasi tutte le grandi infrastrutture italiane sono in costante, e forte, perdita economica. La politica deve fare la sua parte: ci vuole un Decreto Legge che dia le possibilità alle amministrazioni locali di poter regalare le infrastrutture alle società sportive. Regalarle. Non darle in concessione. Non è più tollerabile che siano i contribuenti a mantenere stadi, palazzetti, palestre, campi sportivi in genere. Dobbiamo considerare quanto accaduto ieri sera non come una disfatta totale, ma un punto di partenza eccezionale per rifondare tutto il sistema sportivo partendo dalle periferie, dalla provincia, dalle infrastrutture che mancano, sono inadeguate, e devono essere gestite meglio; dall’organizzazione e dalla facilitazione burocratica».

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