La stella Michelin brilla sull'Acquerello

Confermato il prestigioso riconoscimento per la cucina dello chef Silvio Salmoiraghi e il suo ristorante a Fagnano Olona

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La stella Michelin brilla sull'Acquerello

Stella Michelin ristorante Acquerello

 

Stella Michelin per il terzo anno

Entrare all’Acquerello è lasciarsi prendere per mano in un percorso di meraviglia e stupore. Accompagnati dallo chef Silvio Salmoiraghi e dalla sua stella. La prestigiosa Michelin, conferita nel 2015, confermata l’anno successivo e ribadita oggi: in via Patrioti, nel silenzio di un cortile, il ristorante stellato fagnanese continua a far divertire chi ne fa l’esperienza. «Fare la grande cucina italiana, in un mondo che non la fa più». Così Silvio Salmoiraghi presenta l’idea che lo guida, «alla quale siamo fedeli, a modo nostro e con tutti i cambiamenti che il tempo porta».

Rapporto tra cucina e sala

All’Acquerello lo chef accoglie alla porta, è presente in sala, racconta i piatti, accompagna lungo il percorso nel gusto: «La proposta ai clienti è quella di stare insieme due ore e divertirsi. Il rapporto tra cucina e sala è costante, per me necessario. Il menu cambia costantemente, ciò che si trova sempre sono la freschezza degli ingredienti, il contrasto nei piatti, l’esaltazione dei sensi». E così nascono grandi intuizioni, con la sorpresa di trovare l’amaro e il dolce a inseguirsi giocosi nelle portate, e un’esperienza che entusiasma chi la propone e chi la vive: «Mi piace cucinare tutto, l’importante sono la materia fresca e la mente libera».

"I grandi chef della tv tornino in cucina"

La stella Michelin è il premio: «Che va condiviso con tutti i collaboratori, ciascuno fa la propria parte al meglio. Io ci metto tanto impegno ma cerco di fare il possibile per non portare il lavoro oltre, per una grande cucina serve anche respirare altro». Idee chiare sull’exploit degli chef in tv: «E’ giusto che il cuoco uscisse dalla cucina e l’esposizione mediatica in questo senso ha portato benefici, togliendo il mestiere dal suo essere relegato e portandolo alla luce. Ora però forse è tempo che i grandi chef tornino in cucina… perché ci vuole la loro mano nel ristorante e non solo il nome e perché il rispetto del cliente passa dalla presenza del cuoco in cucina».

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