In provincia di Como uccisi 517 cinghiali

Il 40% del dato regionale. Il presidente lombardo: “Ottimi risultati grazie soprattutto alla caccia di selezione e alla tecnica del foraggiamento. Ora introdurre nuove modifiche normative che facilitino l’ampliamento delle possibilità di cacciare”

In provincia di Como uccisi 517 cinghiali
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Uccisi 517 cinghiali in un anno in provincia di Como, il 40% del dato regionale “Ottima la tecnica de foraggiamento”, ha detto il presidente lombardo.

 

In provincia di Como uccisi 517 cinghiali

“In provincia di Como quest’anno è stato abbattuto il 40% dei cinghiali in Lombardia: su 1334 capi abbattuti, uccisi 517 solo sul territorio lariano, grazie soprattutto alla caccia di selezione. Con questa metodologia a Como sono stati abbattuti in poco più di sei mesi ben 452 cinghiali, a cui si aggiungono altri 65 grazie ai piani di controllo attuati dalla Polizia provinciale, nonostante un organico ormai ridotto all’osso dalla Legge Delrio”, ha detto il presidente del consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi.

 

“Siamo sulla strada giusta per contenere il fenomeno”

 

“Si conferma così la bontà della scelta di utilizzare la tecnica del foraggiamento che abbiamo introdotto nelle province più problematiche, soprattutto a Como, ma pure a Varese e Lecco. I numeri testimoniano come la strada intrapresa dalla Regione sia quella corretta per arginare il problema”.
Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi , commentando i dati forniti dall’Assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi sui numeri di abbattimenti effettuati quest’anno al 23 luglio 2019.

 

Coinvolgere i proprietari nella caccia

“Il Consiglio regionale sta affrontando con grande attenzione e serietà questo problema che tocca direttamente i nostri territori e che è emerso anche in queste settimane in tutta la sua criticità –sottolinea ancora il Presidente Fermi-. Abbiamo chiesto che la possibilità di partecipare all’abbattimento coinvolga sempre di più gli stessi proprietari terrieri interessati alle invasioni e che gli stessi abbattimenti siano estesi anche all’imbrunire. Ma la cosa più importante è che il Governo consenta, anche all’esterno delle aree protette a parco, l’utilizzo dei selecontrollori per procedere a prelievi selettivi di cinghiali anche al di fuori dei tre mesi di caccia previsti dal calendario venatorio, e che tale attività sia resa possibile e praticabile per l’intero anno solare”.

Guardiacaccia volontari

“E’ necessario- continua il presidente - reintrodurre e qualificare per l’attività di controllo numerico la figura dei guardiacaccia volontari, sgombrando il campo dai dubbi di legittimità recentemente sollevati sulle loro competenze e ruolo, e rinforzare gli organici della Vigilanza ittico venatoria della Polizia Provinciale,  riportandoli sul piano operativo almeno ai livelli del 2014. Infine abbiamo sollecitato una modifica legislativa perchè sia finalmente riconosciuta la figura dell’operatore volontario, ossia il cacciatore formato appositamente per l’attività di contenimento”.

Appello al Governo

“Ora è tempo che il Governo passi dalle promesse ai fatti concreti –conclude Fermi-: prevenire è sempre meglio che curare e costa molto meno. L’ammontare dei costi per i danni causati dai cinghiali nel comasco è in continuo aumento e ricade sulle tasche dei Comuni e dei cittadini, senza che questi ne abbiano responsabilità alcuna”.

 

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