Cervini saluta Fagnano dopo mezzo secolo

Lo storico negozio del centro ha chiuso l’attività di commercio. I fratelli Piera, Santino e Tina l’hanno ereditata dal papà 60 anni fa

Cervini saluta Fagnano dopo mezzo secolo
Pubblicato:
Aggiornato:

Cervini saluta Fagnano dopo mezzo secolo

Negozio, chiusura

Una storia di passione per il lavoro, tra mercato e negozio

Dal «miracolo di Natale» del 1957 all’ultimo giorno di attività, 60 anni dopo. In mezzo una storia di passione per il proprio lavoro, di riferimento per il paese, di vita e volti visti passare dal negozio del centro e sfilare davanti alla bancarella del mercato. Per Santino Cervini, che con la moglie Gianna e le sorelle Piera e Tina ha condiviso l’impegno e l’entusiasmo per l’attività di maglieria e abbigliamento ereditata dal papà Fortunato, è arrivato il tempo di abbassare la serranda. «Avremmo potuto continuare ancora, chiudere è un dispiacere grande. Ma era questo il momento, ho 75 anni, faccio mercato da 60 e questo negozio ha 50 anni. La fine di un’attività va programmata e non improvvisata, anche se è stata dura prenderne coscienza. Per convincermi che era finita davvero ho voluto distruggere il banco in tubi di ferro e plexiglass costruito da mio papà nel ‘55 e che ancora utilizzavo: nel farlo piangevo».

Azzardo, soddisfazioni e ricordi

Perché insieme al meritato riposo e ai nuovi orizzonti che si aprono – «ora finalmente potrò concedermi qualche giorno in più in montagna» – svuotando il negozio creato con arte all’interno dello storico palazzo Gadda del 1900, all’angolo tra le vie Verdi e Manzoni, in questi giorni emergono tanti ricordi: «Siamo entrati nel 1967, cogliendo un’occasione che sembrava un azzardo, prendendo il posto della Cassa di risparmio che cambiava sede. Bastò una stretta di mano, ma tornato a casa sentivo il peso dell’investimento e della sfida di aprire un negozio di paese. Da allora però è stata una bellissima esperienza. Nel tempo i clienti sono diventati amici, qui ci venivano a trovare in tanti, alcuni con appuntamento fisso, come le signore del sabato sera. E poi le sfilate, i rapporti umani, le tante persone conosciute. Il lavoro non è mai mancato anche se poi, specialmente dopo il 2000, il commercio è stato stravolto, ma siamo sempre riusciti a resistere, grazie a quella fiducia reciproca con i clienti che va oltre l’acquisto da fare e che oggi non si sa più cosa sia. Accanto al dispiacere di questi giorni, c’è anche la soddisfazione di ricevere dalla gente il riconoscimento di aver lavorato bene».

Felici intuizioni e il miracolo di Natale

Merito anche delle felici intuizioni: dal corso di vetrinista sostenuto da pioniere alla Rinascente di Milano nel ‘67 alla capacità di accompagnare alla vendita arte e creatività. Anche se la passione primaria di Santino Cervini è sempre stata il mercato: «Quello è stato il mio mondo, al quale sono intimamente legato». Forse perché tutto iniziò da lì nel settembre 1957: «Mio padre fu investito mentre tornava da Busto, dove era andato a informarsi per la pensione… E a quel punto ci trovammo io e mia sorella Piera, a soli 15 e 18 anni, a dover decidere cosa fare. Provammo per qualche mese a fare mercato, con Cesare Castelli che ci portava il camion perché noi non avevamo ancora la patente. Facevamo fatica ed eravamo pieni di dubbi, quasi convinti a cedere l’attività. Poi alla vigilia di Natale ci fu il mercato a Fagnano, nevicava. Decidemmo di presentarci senza troppe speranze e a fine giornata avevamo venduto tutto. La sera contando le banconote, allora enormi, non ci sembrava vero. Fu il miracolo di Natale. Per noi da quel giorno fu tutto chiaro: quello dovevamo fare. E così è stato per 60 anni».

Seguici sui nostri canali