In Africa per insegnare il rugby ai bambini

Il viaggo in Africa dei i lainatesi Massimiliano Bongini, Giancarlo Boscolo e Clelia Marino di Cerro Maggiore per insegnare il rugby ai bimbi.

In Africa per insegnare il rugby ai bambini
Pubblicato:
Aggiornato:

In Africa per insegnare ai bimbi tutti i segreti del rugby. E' il viaggio di tre volontari: i lainatesi Massimiliano Bongini, Giancarlo Boscolo e Clelia Marino di Cerro Maggiore.

In Africa per un sogno

Partiti il 2 agosto, nei bagagli il materiale sportivo per la pratica del rugby, il viaggio dei tre volontari Massimiliano Bongini, Giancarlo Boscolo e Clelia Marino (lainatesi i primi due lainatesi, cerrese la ragazza) si è concluso con il rientro a Malpensa dalla Repubblica Democratica del Congo. Attesi da Padre Jean Marie Katentu allo scalo di Addis Abeba, hanno intrapreso un viaggio durato qualche giorno perché la meta da raggiungere, Moba città con più di 300.000 abitanti, si trova nel sud del Congo (sotto l’equatore), sulla sponda sinistra.

Il progetto

Padre Jean Marie ha accompagnato i volontari alla "città dei ragazzi", luogo scolastico dove si studia e vengono insegnati arti e mestieri: qui c’è stato l’incontro con circa 200 ragazzi e ragazze che si erano iscritti per partecipare agli allenamenti. La routine dei giorni a Momba era scandita tra le sedute di allenamento e momenti di svago. I primi a prendere in mano il pallone erano i più piccoli (6/7 anni) e via via gli altri fino all’ultima seduta con i ragazzi/e di 15/16 anni. Molte sono state le ragazze che hanno voluto imparare il rugby: fino ai 10/11 anni han giocato con i ragazzi, mentre le più grandi han fatto gruppo a sé. Ad ogni allenamento tutti puntuali, con tanta voglia di giocare: a piedi scalzi, su un campo di erba secca.

41111562
Foto 1 di 3
41111565
Foto 2 di 3
Lainate, Cerro, in Africa per insegnare rugby
Foto 3 di 3

Il racconto dei volontari

"Questa iniziativa ha suscitato molto scalpore a Moba - ci spiegano i volontari - Tutti erano entusiasti di partecipare alle sedute di allenamento, tanto che alla fine delle 2 settimane il gruppo contava circa 300 tra ragazzi e ragazze. La sorpresa più grande è stato vedere 3 bianchi, partiti per quel luogo un po' sperduto del Congo, lì per loro ad insegnare una disciplina sportiva. Qualche giorno prima del rientro è stata programmata una giornata di incontri tra i vari gruppi di ragazzi e ragazze divisi per età e lì è stato distribuito l’abbigliamento sportivo portato dall’Italia: a nessuno sembrava vero poter indossare una divisa completa e formare una squadra, soprattutto i più piccoli".
L’intento è stato quello, oltre che insegnare rugby, di far comprendere e dimostrare che nella vita, la loro, non ci sono, e non ci saranno, solo guerra e discriminazioni ma anche un modo diverso di vivere, che lo sport, qualsiasi esso sia, ha nei valori di uguaglianza, fratellanza e rispetto su cui costruire una società che integra al suo interno tutte le diverse realtà presenti nel territorio. Questa iniziativa sportivo umanitaria ha potuto prendere il volo grazie alle onlus "Fonte di Speranza", con sede a Lainate e presieduta Diego Sportiello, "Amici di Moba" (la AMI.MO), di cui Padre Jean Marie (parroco di origini congolesi che svolge la sua missione pastorale a Tegoleto è presidente) e ovviamente al Rugby Lainate, con in prima fila soprattutto il presidente Giulio Nazzari il vice presidente Massimiliano Bongini e l’ex giocatore Giancarlo Boscolo.

TORNA ALLA HOME E LEGGI LE ALTRE NOTIZIE

Seguici sui nostri canali