Nuovi orari Trenord e polemiche, l’ad: “Piano per dimezzare le soppressioni”

"Tagliate corse meno strategiche per razionalizzare il personale ancora sotto organico (per poco)".

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Il piano d’emergenza per migliorare il trasporto pubblico su ferro in Lombardia “svelato” dall’amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri.

Dal 10 dicembre 2018 è entrato in vigore (e lo sarà fino a giugno) il nuovo orario dei treni in Lombardia e subito fra i Comitati dei pendolari s’è diffusa la polemica.

Il numero uno di Trenord in visita alla sede del nostro gruppo editoriale spiega che sono state tagliate sì diverse corse, ma sono state scelte quelle meno strategiche per razionalizzare il personale in sofferenza. Lo staff formato da capitreno e macchinisti è infatti sotto organico, ma l’azienda assicura che comunque entro marzo sarà a regime. Inoltre, da subito Trenord in campo per ridurre le soppressioni (e da luglio 2019 arriveranno nuovi convogli).

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Il cfo di Netweek Massimo Cristofori e il vice president Sales & Marketing Riccardo Galione con l’ad di Trenord Marco Piuri e il responsabile comunicazione Paolo Garavaglia

Marco Piuri, 59 anni, di Saronno, laurea in Economia alla Cattolica, da settembre è amministratore delegato di Trenord. Il manager, che arriva da Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche, per intenderci), durante una visita istituzionale nella sede Netweek a Merate (Lc) ha ribattuto alla tesi dei Comitati secondo i quali i nuovi orari avrebbero portato solo meno servizi e aumenti delle tariffe.

“Arrivo a settembre dopo mesi di tiro al piccione, un tiro al piccione molto facile… La situazione non è adeguata e non faccio fatica a riconoscerlo anche nei confronti della Regione (malgrado vada premesso il fatto che, per la Lombardia, parliamo di una situazione del trasporto pubblico comunque migliore rispetto a qualsiasi altra regione d’Italia)”.

Carenza di personale risolta entro marzo

Piuri fra il direttore Giancarlo Ferrario e il giornalista Marco Gibelli

“Con i nuovi orari abbiamo mandato in pensione alcuni vecchi treni(la flotta è costituita solo per un terzo da nuovi mezzi, il resto ha più di 30 anni) e siamo riusciti a massimizzare al meglio il personale finora disponibile. La riduzione delle corse ha inciso direttamente solo su circa 7000 passeggeri rispetto al totale di quasi 750mila. Il punto è che bisogna ragionare più in generale su una mobilità davvero sostenibile: un treno che trasporta meno di 50 passeggeri non ha senso”.

Sul personale stiamo lavorando: per colmare la carenza di circa 200 tra macchinisti e capitreno in meno rispetto a quanto occorrerebbe, sono in corso assunzioni (sin da prima del mio arrivo, ma è necessario un percorso di formazione che arriva fino a dodici mesi): entro marzo la pianta organica sarà completata“.

Svolta da subito sulle soppressioni

Un segnale positivo è il fatto che la scorsa settimana, rispetto alla media di 120 treni soppressi al giorno del recente passato, il dato è precipitato a 42 (di questi convogli mai partiti solo 19 per altro gestiti da Trenord). Un dato che sembrerebbe far ben sperare.

“Il 5% di soppressioni equivale a 100-120 treni soppressi ogni giorno in media (di questi la responsabilità di Trenord è per circa 50-60 treni al giorno). Alla base ci sono motivi legati al personale mancante o a guasti, ma molto dipende anche dalle infrastrutture(di recente in Valchiavenna due ore in più di lavori di manutenzione in una notte hanno inevitabilmente provocato la soppressione di molti treni al mattino). Da subito vogliamo dimezzare il 3% di soppressioni del quale siamo direttamente responsabili”.

L’ad di Trenord ha poi affrontato anche altri temi centrali, quali l’atteso arrivo di nuovi convogli a potenziare la flotta, i ritardi sulle tabelle di marcia, la sicurezza sui convogli e “la piaga dei portoghesi“:

Tutto in un ampio servizio di due pagine, con analisi e dati anche in prospettiva locale, in edicola a partire da domani su tutti i settimanali lombardi del gruppo editoriale Netweek:

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