Scuole paritarie preoccupate: "Che fine ha fatto la convenzione?"

Lettera inviata a tutti gli amministratori magentini.

Scuole paritarie preoccupate: "Che fine ha fatto la convenzione?"
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Una lettera delle scuole dell’infanzia paritarie agli amministratori della città di Magenta chiede conto della convenzione che non c'è (ancora). In una missiva, firmata da madre Anna Galimberti (Scuola Paritaria Scuola dell’infanzia Associazione Madre Anna Terzaghi)  don Giuseppe Marinoni (S. Giuseppe Lavoratore)  Gabriele Bollasina ( Associazione Scuole Materne di Magenta, e Alberto Malini (Coordinatore del tavolo delle Scuole paritarie di Magenta), si lamenta, a poco più di 100 giorni dalla fine dell’anno scolastivo l'assenza di  un accordo con il Comune.

Scuole paritarie preoccupate: "Che fine ha fatto la convenzione?"

"Cosa possiamo dire alle 340 famiglie che mandano i propri figli nei nostri istituti? Il 22 gennaio una  comunicazione scritta ci convocava per la nuova convenzione, due giorni dopo una  telefonata rinviava l’incontro. Da due mesi ad oggi, nessuna altra comunicazione.
Contiamo così poco per la Città di Magenta? Siamo istituti storici, senza fine di lucro, i cui amministratori sono volontari o religiosi.
Facciamo risparmiare alla pubblica ammistrazione circa 1 milione 400mila euro all’anno", scrivono.

Si chiede un confronto

Il 55% dei bimbi dell'infanzia frequentano una paritaria. In questi istituti lavorano 42 persone, che assicurano una presenza educativa nelle due frazioni. Il problema non è solo economico: lo stanziamento, infatti, in questi anni non è stato aumentato, ma a preoccupare è la mancata firma della convenzione, anche per capire assieme come affrontare le nuove sfide sociali ed educative. Ma soprattutto  come  azzerare la lista d’attesa, che oggi raggiunge quota 90 bimbi. E' una richiesta di confronto aperto, che nasconde la preoccupazione di una comunicazioen dall'alto: "Cari amministratori, Voi e noi non siamo antagonisti. Siamo assieme al servizio delle famiglie magentine.
Vi preghiamo: non trattateci dall’alto in basso", è la chiosa.

 

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