UrbanaMente Cultura: un ciclo di conferenze dal titolo “Io. Verso la polis”

La rassegna è articolata in quindici incontri, suddivisi in due momenti.

UrbanaMente Cultura: un ciclo di conferenze dal titolo “Io. Verso la polis”
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UrbanaMente Cultura: un ciclo di conferenze dal titolo “Io. Verso la polis”

UrbanaMente Cultura

UrbanaMente Cultura 2019/20 propone un ciclo di conferenze dal titolo “Io. Verso la polis”, un percorso che dall’Io porta verso il mondo aperto e complesso della città-polis, luogo della relazione e del confronto, dello sviluppo civile e sociale. Il progetto è la continuazione di un modello, già sperimentato con successo dall’Associazione fin dalla sua fondazione, che consiste in un ciclo di lezioni magistrali dedicate all’analisi di una parola e delle sue implicazioni di senso, scelta ogni anno da una commissione composta da giovani e adulti. Il percorso di analisi e riflessione è guidato da accademici e specialisti di varie discipline che sviluppano il tema proposto stimolando il dibattito. Il progetto è patrocinato dal Consiglio della Regione Lombardia, dai Comuni del territorio (Abbiategrasso, Corbetta, Magenta), con il contributo di Fondazione Comunitaria Ticino-Olona, Liceo Bachelet di Abbiategrasso e sponsor privati. La rassegna è stata organizzata anche con la preziosa collaborazione di alcuni Istituti scolastici, che hanno scelto di mettere a disposizione le strutture per gli incontri e collaborare tramite un ruolo attivo dei docenti, dei dirigenti e degli studenti: Liceo Scientifico D. Bramante, Liceo Classico S. Quasimodo, ITIS Einaudi di Magenta; Istituto Superiore Bachelet di Abbiategrasso e IIS Alessandrini di Vittuone. Alcuni incontri sono inoltre stati organizzati in condivisione con la Comunità Pastorale di Magenta. La rassegna è articolata in quindici incontri, suddivisi in due momenti: quattro incontri tra ottobre e dicembre 2019, seguiti da undici tra gennaio e aprile 2020.

Un ciclo di conferenze dal titolo “Io. Verso la polis”

"In un disegno recente del nostro paese il culto esasperato di sé figura nella lista dei problemi cruciali che determinano lo stato attuale delle cose. Alla radice c’è forse una certa fragilità del singolo, in quanto mondo in sé, che ha perduto la relazione con il mondo esterno in via di trasformazione. Se si aggiungono il fenomeno crescente delle migrazioni, l’aumento delle diseguaglianze, la crisi del lavoro e la trasformazione dei processi produttivi, la fragilità si tramuta in una perdita di orientamento. Queste spinte, che si sommano a problemi derivati da economie sorpassate, vengono percepite come un attacco all’identità della persona e alla cultura di appartenenza. Io penso, io sono, io sento, io posso, io voglio: l’IO si è scoperto in quanto mondo a sé. Se l’IO è il motore che dà vita a pensieri e azioni, questo impianto, all’apparenza consistente e inattaccabile, si rivela fragile. Basta osservare lo scollamento del tessuto sociale del nostro tempo per intuire che una delle cause si colloca in una esasperazione del soggetto che non riesce più a mantenere relazioni stabili e costruttive. Parlare dell’Io è allora necessario. Chi sono io? Come sono? Perché l’IO ha preso potere sull’altro? Perché l’IO non riesce più a specchiarsi in un NOI? Perché la comunità, i gruppi sociali, la città sembrano oggi incapaci di quella coesione che nel tempo delle ideologie univa e orientava? Siamo forse destinati ad un futuro di individualità sempre più separate e diffidenti, sempre più chiuse nel nostro IO-mondo, incapaci di empatia, di parole comuni, di un dialogo che solo può far coesistere mondi diversi?"

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