Accusato di violenza su quattro donne a processo: "Non sono stato io"

"Non ho mai dovuto usare violenza per conquistare una donna". Ma nel 2008 era stato già condannato per fatti simili commessi con lo stesso modus operandi.

Accusato di violenza su quattro donne a processo: "Non sono stato io"
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Ultime battute per il processo al Tribunale di Busto contro il legnanese 35enne Thomas Andreose, accusato di violenza, rapina, sequestro e aggressione su quattro donne. Lui si dichiara innocente.

Accusato di violenza, le vittime aggredite al distributore di benzina

Le avvicinava a volto coperto mentre erano alla stazione di servizio per fare benzina, le prendeva per i capelli e le costringeva a guidare fino a un luogo isolato dove abusava di loro. Nel 2008, e poi ancora una volta uscito dal carcere (dove si trovava anche per altri reati) negli ultimi mesi del 2018. A incastrare, secondo l'accusa, il 35enne Thomas Andreose le tracce di dna trovate nello sperma rimasto su una delle vittime e quelle rinvenute all'interno del guanto perso nella colluttazione con l'ultima, il 4 gennaio 2019 a Borsano, riuscita a fuggire dopo essere stata costretta a un bacio. Crimini eseguiti con lo stesso modus operandi del 2008, quando era arrivato anche a fingere un accento nordafricano per mascherare la propria identità.

"Non sono stato io"

Interrogato dal pm Massimo De Filippo Andreose ha rigettato ogni accusa, spiegando di non avere idea di come quelle tracce possano esser finite nel luogo del delitto e sul corpo di una vittima. Tanto che in una lettera inviata al Gip, di cui il pm ha letto alcuni passaggi, si dice "dispiaciuto per quanto successo alle vittime, cose squallide commesse da persone senza cuore e senza dignità, cose orrende. Io non sono il più bello del mondo ma non ho mai dovuto usare la violenza per conquistare una donna". Dichiarazioni che escluderebbero anche la sua responsabilità per i casi del 2008, già confermata da una sentenza di condanna (scontata), e ribadite anche in una seconda lettera consegnata oggi al giudice in cui respinge l'accusa di "pericolosità sociale" pronunciata nelle scorse udienze.

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