Campo rom tra Saronno e Gerenzano: il commento della Lega

Dopo le polemiche delle opposizioni, dell'Amministrazione di Gerenzano e dei cittadini coinvolti, a parlare è oggi la Lega, che difende la scelta intrapresa.

Campo rom tra Saronno e Gerenzano: il commento della Lega
Pubblicato:

Campo rom tra Saronno e Gerenzano: sta creando molti malumori la decisione dell'Amministrazione Fagioli di spostare quattro famiglie sinti dall'area di via Deledda, in zona industriale, a via Grandi, in un contesto residenziale del Comune di Gerenzano.

Campo rom tra Saronno e Gerenzano: il commento della Lega

Dopo la rabbia dei residenti gerenzanesi e saronnesi coinvolti e il disappunto espresso dalle opposizioni di Saronno e dall'Amministrazione di Gerenzano, non avvisata della decisione nonostante le pesanti ricadute sui cittadini gerenzanesi, a parlare è ora la Lega di Saronno, che difende le scelte amministrative. "Il campo sinti saronnesi di via Deledda non è abusivo, ma convenzionato e regolamentato attraverso il Regolamento Comunale sul Campo Nomadi Adottato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 131 del 26/8/1998, modificato con delibera n. 31 del 24/2/1999. Il regolamento stabilisce le modalità di insediamento della popolazione sinti residente a Saronno, già da molti anni prima del 1998, riconoscendone tradizioni, costumi e tradizioni, volendone favorire il processo di integrazione. Non si tratta di nomadi, ma di residenti di Saronno da più di 20 anni, gli ultimi dei quali come stanziali certificati presso il campo nomadi. In via Deledda risultano destinate, per altrettante famiglie, 14 piazzole di sosta di 80 mq comprensive di 24 mq ciascuna per servizi igienici ed accessori. Il campo è dotato di una sala sociale comune, un campo giochi e viabilità interna che risultano a carico del Comune. La convenzione risulta scaduta nel 2009 ed abbiamo ereditato questo problema dalle passate amministrazioni che hanno preferito lavarsene le mani lasciando le cose come stavano. L’Amministrazione, di qualunque colore politico sia, non può prescindere dalle pattuizioni attuate nel passato. Non è quindi possibile smantellare il campo nomadi attualmente in essere, perché non è abusivo e perché ci abitano residenti saronnesi a tutti gli effetti, ma è possibile svolgere delle azioni volte a favorire il processo di una maggiore integrazione in città, come stabilito dal regolamento del 1998 e dalla legge della Regione Lombardia 22/12/1989, n. 77".

Campo Rom: la situazione attuale

La Lega, attraverso il suo consigliere Angelo Veronesi, tiene poi a puntualizzare: "Quattro  famiglie di sinti saronnesi del campo vivono in prossimità della sponda del torrente Lura in condizioni di pericolosità evidenti.Le aziende vicine vogliono allargarsi per offrire più posti di lavoro in città. Il Comune vuole ultimare la pista ciclabile che, attraverso un ponte sull'attuale parte di campo nomadi, attraverserà il Lura e collegherà in tutta sicurezza il retro del cimitero con la pista ciclopedonale che costeggia il Lura fino al parco di Lainate, consentendo ai ciclisti saronnesi di usufruire di un percorso sicuro e recuperando le sponde del Lura, obiettivo condiviso e già descritto nel Piano di Governo del Territorio (PGT). Alle quattro famiglie di sinti saronnesi i Servizi Sociali di Saronno hanno offerto dapprima la possibilità di trasferirsi presso alloggi comunali, nelle modalità di accesso uguali a quelle attuate per tutti gli altri residenti saronnesi. I quattro capi famiglia hanno comunicato il proprio diniego per il fatto che vogliono mantenere la propria tradizione di vita all'aperto. Scelta questa, condivisibile o meno, che fa parte della libertà di ogni cittadino, come sancito dal dettato costituzionale. Viste le situazioni in essere (pericolosità del luogo, necessità di allargamento delle aziende vicine, necessità di creare un ponte per rendere sicura la zona e consentire il collegamento ciclopedonale tra il centro di Saronno ed il parco di Lainate) non si potevano lasciare le cose in tale condizione. Nell'ottica di un disimpegno di risorse economiche da parte del Comune e per favorire l’integrazione e responsabilizzare ulteriormente queste quattro (4) famiglie rendendole quanto più possibile slegate dall'assistenza continuativa e assidua dei Servizi Sociali del Distretto di Saronno, è stata proposta una nuova soluzione di autonomia abitativa"

Campo rom: lo spostamento in via Grandi

"Alle quattro famiglie che risiedono su un territorio pericoloso il Consiglio Comunale ha concesso un diritto di superficie su un’altra area del Comune di Saronno, in via Grandi, che è già considerata come area di servizio secondo il PGT. La nostra area di Servizi è in concomitanza con altre aree di Servizi del vicino Comune di Gerenzano, quindi non è necessario alcun parere urbanistico da parte loro, perché non stiamo cambiando alcuna destinazione prevista. Non si sta spostando il campo nomadi, ma si stanno spostando quattro (4) famiglie saronnesi sinti su un territorio di proprietà del Comune di Saronno. La nuova area non sarà un campo nomadi e non sottostà al precedente regolamento sul campo nomadi. La nuova area di via Grandi è concessa in diritto di superficie alle sole quattro famiglie di sinti saronnesi nelle stesse modalità con cui è stato concesso in passato il diritto di superficie per tutti gli altri cittadini di Saronno. In questa nuova area non sono autorizzati edifici stanziali, ma la sola presenza delle roulottes delle sole quattro  famiglie assegnatarie che risultano responsabili della proprietà assegnata loro. Non è possibile alcun allargamento del territorio concesso. Eventuali situazioni di illegalità edilizia verranno sanate come avviene per tutti gli altri saronnesi. E’ esecrabile il comportamento di alcune forze di opposizione che stanno montando un caso politico su un problema lasciato da loro irresponsabilmente irrisolto. La scelta è prettamente amministrativa e non ha alcun risvolto politico. Chi usa terminologia diffamatoria e razzista contro cittadini saronnesi da oltre 20 anni, ha solo da vergognarsi. Altrettanto esecrabile è il comportamento di alcuni che vorrebbero impedire al Comune di esercitare i propri diritti sul proprio territorio impedendo addirittura una misura volta ad una maggiore autonomia sociale da parte di famiglie che oggi sono a carico dei Servizi Sociali".

Seguici sui nostri canali