Crocifisso rubato, ladri in azione nei boschi

Ladri in azione nell'angolo sacro di via delle Betulle dove nel 1962 la famiglia Seregni aveva posato la prima statua di Cristo. Sostituita nel 2005, rubata.

Crocifisso rubato, ladri in azione nei boschi
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Sgomento a Venegono Superiore per il crocifisso rubato in via delle Betulle. La statua di legno, realizzata da un artista trentino è stata portata via in pochi minuti.

Crocifisso rubato, "mai successo prima"

Una statua in legno, pregiata e opera d'arte del trentino Richard Kerschbaumer. Un'insegna religiosa, posata nel 2005 in quell'angolo di via delle Betulle, immerso nel Pianbosco, che dal '62 era entrato nel cuore dei fedeli venegonesi e di tutta la comunità. "Il primo crocifisso, che facemmo restaurare e donammo ai comboniani nei primi anni 2000, lo aveva messo lì mio padre - racconta Gianni Seregni - Aveva comprato il terreno per costruire quella che sarebbe diventata la nostra casa. Ma prima di iniziare gli scavi, volle portare il vero padrone di casa, Gesù. Realizzammo insieme quell'altare con le pietre che trovammo nelle vicinanze".

L'inaugurazione col vescovo indiano

Dopo 50 anni, Seregni fece restaurare il crocifisso, che venne poi donato ai missionari comboniani. E ne fece realizzare un altro, quello rubato la scorsa settimana. "All'inaugurazione  ci fu una vera e propria processione - ricorda - in testa, il parroco e il vescovo Thumma Bala, oggi Arcivescovo di Hyderabad, in India". E lì è rimasto fino a un paio di settimane fa. "Un gesto bruttissimo. Mi ha avvisato il mio vicino, dicendomi che la statua era sparita. Sono corso subito, ho controllato immediatamente nel bosco sperando l'avesse gettato qualche vandalo. Invece è stato rubato. Non era mai successo. C'era stato negli anni qualche attacco vandalico che lo aveva danneggiato sulle mani. Una volta era caduto a causa del vento, spezzandosi le braccia. Ma stavolta è diverso, si tratta di un gesto bruttissimo, oltre che sacrilego".

I sospetti e lo sconforto

Seregni è certo si sia trattato di un furto. "La statua è un'opera d'arte e ha il suo valore. Poi, quel pomeriggio tornando a casa avevo visto due uomini lungo la via, vestiti come operai, a piedi. Solo dopo il furto ho pensato che non avrebbero avuto motivo di essere in zona. E la mattina mio cognato venendo a casa mia aveva visto una Opel bianca messa di traverso lungo la via, verso il crocifisso. Quando è arrivato lui era ripartita di tutta fretta". Il dolore, e lo sconforto, sono forti. "No, non credo che farò realizzare un'altra statua per sostituire il crocifisso rubato. Succederebbe la stessa cosa. Ormai viviamo in una società senza più rispetto nè per le cose sacre nè per quelle belle a cui la comunità è legata. Rimarrà solo la croce di legno".

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