Tensioni in Piazza rossa: la versione del Collettivo

Il Collettivo Adesposta pubblica sulla sua pagina social la versione dei fatti sugli scontri e il corteo di ieri pomeriggio.

Tensioni in Piazza rossa: la versione del Collettivo
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Tensioni in Piazza rossa a Saronno tra anarchici e forze dell'ordine: il Collettivo Adesposta, organizzatore della festa in piazza Mercanti ieri pomeriggio, sabato 9 novembre, è intervenuto per raccontare la sua versione.

Tensioni in Piazza rossa: parla il Collettivo Adesposta

Come pubblicato nel precedente articolo, dopo le 15 di ieri, sabato 9 novembre, piazza Mercanti ha iniziato a popolarsi per l'evento "Piazza rossa InFesta", ma dopo poco la musica si è interrotta ed è iniziata la tensione tra i giovani presenti e le forze dell'ordine intervenute per monitorare la situazione. Situazione che ben presto è precipitata, con tanto di corteo improvvisato nel centro di Saronno, fino a piazza Libertà. Di seguito il post pubblicato dal Collettivo Adesposta sulla sua pagina social ufficiale.

Avremo tempo e modo di ampliare il discorso e comprendere come e quanto si inserisca la giornata di oggi nel processo di cambiamento della città di Saronno e del clima di repressione che ci vorrebbero fare respirare. Ci limiteremo per ora ad una cronaca, per raccontare il più velocemente possibile quanto successo.  Ore 15. La piazza inizia a popolarsi, un paio di volanti di Polizia di Stato e una quindicina di Digos a mo’ di benvenuto. Viene montato l’impianto per quello che sarebbe dovuto essere un concerto. Appena finito, da un cancello adiacente la piazza, quello che dovrebbe essere un deposito di Trenord, sbucano due camionette da cui escono in fretta e furia due manipoli di celerini con caschi in testa, scudi e manganelli in mano. Capita l’antifona rimettiamo l’impianto in auto, per evitare brutti scherzi. La celere si avvicina e allora ripieghiamo andando sul marciapiede che lambisce la piazza dall’alto. Inizia un momento di stallo che durerà un’oretta e mezza, con celere, digos e carabinieri che occupano letteralmente la piazza. Noi ci concentriamo nell'angolo in un cui ci siamo rifugiati, e man mano che arrivano i partecipanti ingrossiamo le fila.  Attorno alle 17 siamo un centinaio abbondante e decidiamo di montare l’impianto proprio dove ci troviamo, non esattamente in piazza rossa, ma decisamente più visibili trovandoci a bordo strada.  Allestito nuovamente il palco, e in men che non si dica siamo di nuovo pronti, tra grandi sorrisi e abbracci. Ci sono tantissimi giovani, ma anche qualcuno meno giovane che in ricordo dei tempi andati è passato a supportare l’iniziativa. Ci sono anche alcune mamme con bambini e passeggino. C’è la cioccolata, gli sciuri che passano e si fermano a parlare. Insomma, un clima sereno malgrado alle spalle in piazza si mantenga il presidio poliziesco.  Neanche tempo di ascoltare tre canzoni che la celere si avvicina e si porta a un metro dai musicisti e strumenti annessi. Ricapiamo l’antifona e in quattro e quattr’otto rimettiamo al sicuro l’impianto, che abbiamo capito essere il bottino che i blu-vestiti vorrebbero portarsi a casa.  Ci guardiamo, siamo in un centinaio abbondante. Il più velocemente possibile ci voltiamo e scendiamo in piazza rossa per dirigerci nel sottopasso e sottrarci alla pressione poliziesca. I gendarmi capito l’andazzo ci inseguono correndo, un cordone improvvisato cerca di proteggere l’arrivo di tutti, la celere carica sulla scala da posizione più elevata e colpendo a casaccio. Respinta la carica, ci si rifugia nel sottopasso dove la celere decide di interrompere la carica, sbuchiamo in zona biblioteca. Siamo in...ti come bisce, mentre capiamo se ci sono fermi e feriti partiamo in corteo verso la stazione urlando la nostra rabbia.  Sappiamo di un fermo, il cui rilascio è vincolato al consegnare le chiavi delle auto contenenti strumenti e impianto. Riescono a farsi dare la strumentazione dal gruppo che stava suonando ponendola sotto sequestro. Nel frattempo il corteo si ingrossa con chi ha saputo dell’accaduto ed è accorso a dare man forte. Ci dirigiamo in corteo in pieno centro, la polizia ci raggiunge e in piazza Libertà due cordoni si frappongono. Dopo esserci assicurati che anche il fermato è libero ci sciogliamo andando alla spicciolata a recuperare auto, annessi e connessi.
Forte e decisa la risposta dei presenti alla violenza poliziesca, violenza che per quanto riguarda Saronno ha decisamente cambiato passo. Torneremo quanto prima con un testo più ragionato su piazza rossa e affini.

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