Cerro, caso Amcem: giusta la revoca di Barbano, il Tar dà ragione a Rossetti

Il Tar boccia la richiesta di Barbano per il quale vede conflitto di interessi. Felice l'ex sindaco: "Questo caso ha contribuito alla caduta della mia giunta".

Cerro, caso Amcem: giusta la revoca di Barbano, il Tar dà ragione a Rossetti
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La sentenza dà ragione all'ex sindaco sul caso Barbano.

Respinto il ricorso di Barbano, l'ex sindaco aveva ragione

Il Tar ha respinto il ricorso di Donato Barbano, ex presidente e amministratore unico di Amcem (società che gestisce alcuni servizi per il Comune, tra questi la farmacia comunale): nel marzo 2017 l'allora sindaco Teresina Rossetti gli aveva revocato l'incarico di guida della società (poco prima c'era stato l'allontanamento del vice sindaco Piera Landoni e le dimissioni dell'assessore al Bilancio Emanuela Banfi), provvedimento che lo stesso aveva contestato facendo ricorso al Tar e chiedendo 1 milione di euro di risarcimento.
Il Tar si era detto non competente, invitando a rivolgersi alla giustizia ordinaria. Barbano aveva inviato così il suo ricorso al Consiglio di Stato che ha poi però rimandato tutto al Tar.
Che ora ha emesso la sua sentenza dando ragione a Rossetti e non al richiedente Barbano: "Il Tar - si legge nella sentenza - respinge il ricorso principale, dichiara improcedibile il ricorso per motivi aggiunti e condanna il richiedente al pagamento delle spese di lite liquidandole in 4mila euro, oltre accessori di legge, da dividere in uguale misura tra le parti costituite".

Il conflitto di interessi

Stando alla sentenza del Tar, per Barbano si configurerebbe un conflitto di interessi: "La decisione dell'amministratore unico di distaccare presso l'azienda pubblica una unità di personale prelevata da una società privata da lui posseduta al 98% e da lui amministrata (nota: la R&B) - si legge nel documento del Tar - doveva essere comunicata all'amministrazione comunale al fine di ottenerne l'autorizzazione trattandosi di una scelta nella quale oggettivamente gli interessi personali dell'amministratore unico, in quanto gestore e proprietario della società privata, si intrecciano con quelli inerenti alla corretta gestione dell'azienda pubblica. La decisione dell'amministratore unico dell'azienda comporta il dovere di esercitare le relative attribuzioni nell'interesse dell'azienda stessa e non del proprio - prosegue il Tar - sicchè qualora sussistano situazioni di oggettiva commistione tra le due posizioni tali da potere, anche solo in astratto, palesare una situazione di conflitto di interesse, il rappresentante deve darne comunicazione all'organo comunale che lo ha nominato e ciò è imposto proprio dalla natura fiduciaria dell'incarico conferitogli e, che comporta un dovere di informazione rispetto a ogni situazione in cui gli interessi privari si intersecano, almeno potenzialmente, con quelli pubblici".
E ancora: "La decisione del sindaco risulta ancorata alla violazione di un dovere di informazione e trasparenza essenziale per la permanenza del rapporto fiduciario giacchè inerisce a una situazione di oggettiva commistione tra gli interessi privati dell'amministratore unico, in quanto proprietario e gestore della società dalla quale ha operato il distacco di una unità di personale e gli interessi pubblici dell'azienda pubblica che amministra".

I commenti di Amcem e Rossetti

"Questa sentenza - commenta l'attuale presidente e amministratore unico di Amcem Walter Mariotti - la accolgo con soddisfazione perchè porta a chiudere una vicenda dando ragione a chi aveva effettuato la revoca. Non ho nessun astio nè rivalsa contro nessuno, ma questa conclusione mi solleva enormemente e fa chiarezza verso il futuro anche in vista della scadenza del mio mandato".
"Finora sulla vicenda non avevo detto nulla ma ora posso dirmi moralmente soddisfatta e non solo - dichiara l'ex sindaco Teresina Rossetti -: il mio provvedimento di revoca era stato definito un atto prettamente politico, mi hanno dato dell'incompetente, autore di un'azione illegittima, che era senza la giusta causa. Ora la sentenza mi ha dato ragione, forse qualcuno aveva cantato vittoria troppo presto. Ho agito su fatti segnalatimi dal Revisore dei conti e facendo tutti i passi necessari. La revoca non è un atto che si fa perchè uno si sveglia così la mattina ma ci sono stati ovviamente accertamenti e ora sono contenta che si sia arrivati a questa sentenza. Questa vicenda - commenta sempre l'ex sindaco - è stato uno dei problemi che ha portato alla rottura con la mia giunta, problemi che riguardano altri e non certo me".
Mariotti sgombra il campo da possibili sospetti sul fatto che si parli della sentenza in campagna elettorale (Barbano è noto esponente del Pd ed è vicino alla lista civica dell'ex vice sindaco Piera Landoni): "Non c'è nessuno scopo politico e le date parlano chiaro. La sentenza è stata emessa il 21 febbraio, a me è stata recapitata venerdì pomeriggio".

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