Elezioni a luglio? Galli (Lega): "Noi fatto il possibile. Ora le urne"

Il Pd propone il ritorno alle urne prima di agosto, Movimento 5 Stelle d'accordo. Il sindaco deputato tradatese: "Cottarelli non avrà i numeri, tanto vale votare subito".

Elezioni a luglio? Galli (Lega): "Noi fatto il possibile. Ora le urne"
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Il sindaco di Tradate e deputato Dario Galli commenta il naufragio del governo Lega - Movimento 5 Stelle, e la possibilità di andare elezioni a luglio.

Elezioni a luglio o inizio agosto

A proporlo nel pomeriggio sono stati Andrea Orlando e Lorenzo Guerini del Partito Democratico. Prima di agosto, e dello stop ai lavori delle Camere. Una possibilità che sembra piacere a diversi esponenti dem, magari per il 29 luglio (o il 22), e che piace anche al Movimento 5 Stelle. E con tutta probabilità anche alla Lega, che insieme al Movimento potrebbero sfruttare appieno l'ondata di consensi derivante dallo stop del Presidente della Repubblica a un Governo con Paolo Savona all'Economia. Possibilista, dal lato leghista, Dario Galli: "Per noi va bene tutto. Un Governo guidato da Carlo Cottarelli è chiaro che partirebbe praticamente senza voti, e le elezioni sono l'unica soluzione logica. Mattarella è chiaro che pensava di poterlo portare avanti qualche mese, ma con una vita tanto breve tanto vale votare subito".

"Noi abbiamo fatto il possibile"

D'obbligo chiedere a Galli un parere su quanto successo domenica, il no a Savona e la caduta di un possibile Governo di Giuseppe Conte. "Noi abbiamo fatto il possibile. Abbiamo avuto un comportamento corretto e pragmatico nell'interesse del Paese e della collettività. Con un Governo come lo stavamo preparando avremmo potuto subito occuparci di quanto inserito nel contratto: riforma Fornero, immigrazione, sicurezza, tassazione e Autonomia. In pochi mesi avremmo potuto fare più di quanto fatto dai Governi degli ultimi anni". Ma il Quirinale ha detto no a Savona, e tolto Savona è saltato il banco. "Non condivido quella mossa, ma tutto non è che rimandato di pochi mesi". Luigi di Maio e Giorgia Meloni parlano di messa in stato d'accusa. "Abbiamo fatto quello che potevamo, Mattarella ha fatto una scelta diversa. Noi non intendiamo metterci a strepitare contro di lui o aggiungerci a chi parla di tradimento, sono modi che non ci appartengo. Andiamo avanti con pragmatismo e buonsenso. Certo il suo discorso è la dimostrazione che l'Italia non ha più una propria sovranità. La nostra linea, e quella di Savona, non prevedeva alcun disastro o uscita dall'Euro, solo la volontà di ridiscutere alcuni trattati europei che oggi limitano le possibilità del nostro Paese. Servono persone autorevoli in quegli ambienti, che non dicano sempre di sì e che abbiano la forza di sistemare le tante cose che oggi non funzionano".

 

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