Finalmente al via la prima legge per le “badanti”

Il vice presidente del Consiglio regionale Borghetti: «In Lombardia sono circa 200mila e i due terzi lavorano in nero»

Finalmente al via la prima legge per le “badanti”
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Nel maggio 2015 il consiglio regionale della Lombardia ha approvato, all'unanimità, la prima legge sulle ‘assistenti familiari’, coloro, cioè, che vengono comunemente definite badanti. La norma, intitolata ‘Interventi a favore del lavoro di assistenza e cura svolto dagli assistenti familiari’, interviene su questa professione, tipicamente dedicata ad anziani parzialmente o totalmente non-autosufficienti.

Risorse per oltre 4 milioni di euro

Oggi le badanti in Lombardia sono circa 200mila e i due terzi lavorano in nero.

«Con la legge finalmente si sono messe alcune regole, ma soprattutto si vuole dare un aiuto economico alle famiglie, in base al loro reddito, a patto che assumano con regolare contratto la badante o mettano in regola quella già al lavoro, iscrivendola al Registro territoriale – fa sapere Carlo Borghetti, vicepresidente del consiglio regionale e consigliere del Pd componente della Commissione Sanità, primo firmatario, proponente e relatore in Aula della norma – Ora finalmente, a quattro anni di distanza, dopo molteplici miei richiami, Regione Lombardia comincia a mettere in atto quanto previsto dalla legge. Con delibera di Giunta dell’assessore alle Politiche per la famiglia vengono previste risorse, per oltre 4 milioni di euro, per gli ambiti territoriali comunali, destinate all’implementazione degli Sportelli badanti, e per le famiglie, sotto forma di bonus sulla base del reddito Isee».

Più dignità e professionalità

In questo momento è però necessario, aggiunge Borghetti,

«che la Regione affianchi i Comuni e li accompagni nella implementazione degli Sportelli e dei Registri, recuperando il tempo che è stato perso fino a oggi su un problema che è sempre più grave, considerato l’invecchiamento della popolazione e il caro-rette delle case di riposo».

Con questa legge, ribattezzata dagli operatori con il nome del proponente, l’assistenza familiare diventa un elemento della rete dei servizi alla persona, in aggiunta alla filiera già esistente, che va dall’assistenza domiciliare alla casa di riposo, con la collaborazione dei Comuni, del terzo settore e della Regione.

«Il provvedimento pone particolare attenzione alla promozione delle competenze socio-assistenziali delle badanti, che acquisiscono così dignità e professionalità, aprendo nuove occasioni di lavoro anche per giovani italiani», conclude il consigliere Pd.

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