Garavaglia chiede chiarezza sui migranti in Vincenziana

L'assessore regionale interviene dopo la nuova emergenza sanitaria. Chiesto al prefetto di rivedere le modalità di accoglienza.

Garavaglia chiede chiarezza sui migranti in Vincenziana
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La scorsa settimana tra i migranti ospitati a Magenta è stato riscontrato un nuovo caso di tubercolosi

L'assessore regionale vuole vederci chiaro

“Dopo il recente caso di tubercolosi, vogliamo chiarezza sulla situazione igienico sanitaria all’interno della struttura di via Casati. Questo anche in considerazione dei precedenti”. E' quanto afferma l'assessore regionale Massimo Garavaglia (Lega Nord), che aggiunge: “Tra Vincenziana e Cascina Calderara possiamo dire che Magenta è overbooking con 130 migranti presenti attualmente in città. Senza contare quelli che sono transitati da qui dal 2014 ad oggi.  Chiediamo pertanto  che si proceda a una ridistribuzione più equa sul territorio. Una parte dei presunti profughi vanno dirottati nei Comuni della zona che hanno sottoscritto l’accordo sull’accoglienza della Prefettura”.

"Il nostro territorio ha già dato"

“Non c’è spazio per l’arrivo di nuovi migranti nell’Alto Milanese e il Prefetto deve rispettare la decisione di chi non ha sottoscritto il protocollo per l’accoglienza", continua Garavaglia. Il bando che la Prefettura sta preparando parla di 246 richiedenti asilo che verranno distribuiti tra i Comuni nella fascia a nord di Milano, molti proprio nell’Alto Milanese. Nella fattispecie secondo questa modalità: 38 a Legnano, Parabiago ne ospiterà 34, Nerviano 20, Cerro Maggiore 13, Rescaldina 10, Busto Garolfo 19, Canegrate 8, Castano Primo 12, Magnago 13, Cuggiono 11, San Giorgio su Legnano 10, Villa Cortese 5.

"Il prefetto rispetti la volontà dei sindaci"

“Non è accettabile che in questo elenco siano finiti anche Comuni come quelli dell’asse del Sempione. Parabiago e Nerviano, per esempio, si sono sempre detti contrari al modello d’accoglienza proposto dalla Prefettura. Se ci deve essere accoglienza – sottolinea Garavaglia – ci deve essere in quei Comuni che hanno espresso la loro disponibilità in tal senso. Fatta salva sempre la possibilità per i privati di mettere a disposizione gratuitamente le proprie abitazioni”.

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